Dentro i Ds
Dalla svolta della Bolognina nel 1989 il maggiore partito della sinistra italiana è
profondamente cambiato. L'organizzazione si è progressivamente alleggerita: il numero
delle strutture periferiche si è dimezzato e la loro attività di proselitismo è molto
diminuita. I nuovi iscritti sono in media più giovani, con un'istruzione di livello
superiore e un'appartenenza più labile in termini di classe sociale e di tradizione
familiare. A fronte di questi cambiamenti, il riorientamento ideologico in senso
riformista operato dai leader a partire dai primi anni '90 non ha convinto la
maggioranza degli iscritti. Nella cultura politica degli aderenti ai Ds predominano
elementi di tradizionalismo e conservatorismo, che si esprimono in una forte condanna
del capitalismo e degli Usa come potenza imperialista. L'insoddisfazione per la
de-radicalizzazione del partito spinge inoltre i neoiscritti a giudicare favorevolmente
la personalizzazione della politica, il rapporto immediato e diretto tra leader e
cittadini. Tale orientamento può far pensare che, anche a sinistra, si vada affermando
un modello di "partito personale" in cui il capo è il principale centro di
identificazione, l'organizzazione una macchina al servizio del leader e l'appartenenza
sempre più intermittente. Questa prima inchiesta nazionale sugli aderenti ai Democratici
di sinistra mostra una difficile sedimentazione di culture diverse, insieme a stridenti
contraddizioni tra innovazione e continuità.